LENIN – Che fare? (1902)

In questo importante vademecum teorico e strategico pubblicato nel 1902, Lenin delinea in modo sistematico la teoria dell’organizzazione e la strategia del partito rivoluzionario, composto da rivoluzionari di professione che agiscono come avanguardia cosciente della classe operaia. Lenin riteneva che la classe lavoratrice, da sola, sarebbe pervenuta al massimo ad una coscienza tradunionista e sindacalista, e che solo un partito rivoluzionario rigidamente organizzato avrebbe potuto dirigere una rivoluzione socialista “scientifica” in senso marxiano. La coscienza di classe, per Lenin, non matura spontaneamente all’interno del proletariato, e può essere portata solo dall’esterno da intellettuali di estrazione borghese. Giustificando sul piano teorico la posizione di guida e di classe dirigente dei rivoluzionari di professione, la dottrina marxista-leninista sviluppata in queste pagine rivela, in tutta la sua chiarezza, la sua natura di ideologia di classe degli intellettuali, ansiosi di trasformarsi in ceto burocratico onnipotente e privilegiato una volta conquistato il potere statale. In quest’opera di Lenin possiamo dunque leggere in anticipo l’esito di tutte le rivoluzioni comuniste del XX secolo.

'I rivoluzionari di professione rappresentano l’avanguardia cosciente delle masse proletarie'

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