Alla fine degli anni Venti l’americano Edward Bernays scrive un manuale che diventerà un classico: Propaganda. L’arte di manipolare l’opinione pubblica. Si tratta di un saggio perfino inquietante nella sua sincerità, perché non offre solo consigli di marketing alle aziende, ma anche suggerimenti agli uomini politici per influenzare i risultati elettorali. Bernays afferma, per la prima volta in termini espliciti, che in una democrazia sana e funzionante la minoranza intelligente deve ricorrere a tecniche scientifiche per plasmare la maggioranza silente e gregaria in vista di obiettivi positivi. Grazie a questo libro Bernays, che era nipote di Sigmund Freud, farà una straordinaria carriera di consulente di pubbliche relazioni, diventando lo stratega nel lancio di nuove mode e nuovi consumi, e lo spin doctor nell’orientare le idee politiche del pubblico. A lui si devono le locuzioni “mente collettiva” e “fabbrica del consenso”. La rivista Life, per queste ragioni, lo ha inserito fra le cento figure più influenti del XX secolo.