C’è molta confusione oggi sul reale significato di “nuovo Umanesimo”, al quale fanno appello intellettuali, politici e accademici. Questo libro di Eugenio Capozzi mette un po’ d’ordine, innanzitutto dal punto di vista storico. Capozzi recupera le radici ebraiche, elleniche, romane dell’Umanesimo, sino all’incontro con “la più grande delle rivoluzioni”, il Cristianesimo. Ma quell’Occidente che, grazie all’Umanesimo cristiano, conobbe una grande vivacità culturale si divise in due correnti in lotta, sino alla frattura definitiva simboleggiata dalla Rivoluzione americana e dalla Rivoluzione francese, due avvenimenti che in realtà recano in sé enormi differenze: negli Stati Uniti germoglia e fiorisce il costituzionalismo liberale che deriva dal giusnaturalismo lockiano; in Francia viene piantata la malerba dello Stato assoluto e del Leviatano che tanti lutti porterà all’Europa e al mondo nel Novecento. Oggi, la secolarizzazione, il relativismo culturale, il multiculturalismo e l’ambientalismo radicale sono le parole d’ordine del “Nuovo Umanesimo” di stampo progressista e anti-occidentale.