La pandemia di Covid-19 è arrivata improvvisamente nelle nostre vite gettando un’ombra di incertezza e inquietudine sul futuro. I media non hanno di certo aiutato a tranquillizzare l’opinione pubblica, mostrando ancora una volta una scarsa autorevolezza nello spiegare un momento così complesso. Il capitalismo buono. Perché il mercato ci salverà di Stefano Cingolani è uno dei primi tentativi di analizzare con razionalità e con un po’ di ottimismo i profondi cambiamenti che avverranno nell’economia, nel lavoro, nelle università e nelle imprese. Questi ripensamenti, secondo l’autore, non devono per forza suonare come una condanna dell’economia di libero mercato. I suoi critici trascurano, per l’ennesima volta, una delle principali caratteristiche del capitalismo: la sua straordinaria resistenza e adattabilità, che gli permette, come il Proteo della mitologia greca, di cambiare continuamente forma. L’ultima sua mutazione stava già avvenendo prima che scoppiasse la pandemia, grazie all’emergere del capitalismo DVR, “digitale, verde e responsabile”. Secondo l’autore sarà questa nuovo modello di capitalismo “buono”, e non lo Stato, a rappresentare, ancora una volta, il vero motore del cambiamento futuro.