Quest’opera, che segna uno degli ultimi barlumi di luce nell’intelletto di Nietzsche prima di precipitare nella follia, costituisce il più furibondo attacco al cristianesimo che sia mai stato scritto. Il filosofo tedesco accusa il cristianesimo, insieme alle sue radici ebraiche, di essere responsabile della decadenza dell’umanità e in particolare della civiltà europea. Nietzsche individua correttamente nel cristianesimo la religione della “compassione” per il prossimo, ma vede in questo sentimento la fonte di ogni debolezza e rifiuto degli istinti forti e vitali. Il suo obiettivo è quello di far piazza pulita di duemila anni di cristianesimo per restaurare l’etica “aristocratica” dei popoli pagani conquistatori e favorire l’avvento di una nuova umanità di “superuomini” non più intralciati, nella loro volontà di potenza, dalle restrizioni della morale tradizionale. Valuti il lettore quanto l’influenza della filosofia nietzschiana abbia determinato il clima culturale da cui sono scaturite le indicibili violenze e crudeltà della prima metà del XX secolo. Il dibattito è ancora aperto.