Il numero dei cittadini che non lavorano ha largamente superato il numero degli occupati; l’accesso ai consumi opulenti è ormai a disposizione di larga parte della popolazione; la produttività è ferma da vent’anni e l’economia è in stagnazione. Queste tre condizioni, che si verificano simultaneamente nel nostro Paese, hanno spianato la strada a quella che Luca Ricolfi definisce “società signorile di massa”. Questo libro è tanto esaustivo quanto amaro, ancor più se letto dopo i gravi danni economici causati dalla pandemia. Che futuro può avere una società in cui molto consumano e pochi producono, anche alla luce del fatto che la “torta” da dividere, in un Paese che da tempo non cresce, è sempre più piccola? L’analisi di Ricolfi è ampiamente supportata da un robusto impianto di dati, che mostrano spaccati molto negativi della nostra società. Particolarmente significative, in tal senso, sono le pagine dedicate a due fenomeni cresciuti enormemente nella società signorile di massa: l’accesso “per tutti” alle sostanze stupefacenti – un tempo riservate ai “ricchi” – e l’impressionante crescita del gioco d’azzardo. Due piaghe che fotografano la vacuità consumistica e auto-distruttiva della società signorile di massa.