Nelle celebrazioni dei cento anni dalla fine della Grande Guerra, osserva lo studioso indipendentista Gilberto Oneto, abbiamo ascoltato per l’ennesima volta gli slogan della retorica patriottica che, come è già successo per la ricorrenza dell’Unità d’Italia, hanno finito per nascondere la verità su quello che è stato il più grande e doloroso dramma che abbia colpito la penisola italiana nell’ultimo millennio. Troppi cercano di occultare le proporzioni del disastro economico, umano e morale dietro a descrizioni edulcorate e grondanti nazionalismo di maniera. Serve invece ricordare cosa siano stati davvero quegli anni di infinita violenza esercitata dallo Stato italiano contro le proprie popolazioni, durante i quali il re, i governanti, i generali e gli intellettuali hanno mostrato il peggio di sé. Quella che il papa Pio X ha chiamato il “guerrone” e il suo successore Benedetto XV “l’inutile strage” ha segnato l’inizio del suicidio dell’Europa. Questo libro vuole contribuire a raccontare la notevole parte che il Regno d’Italia ha avuto in quell’enorme delitto.