Quest’opera di Frederick Jackson Turner viene considerata la “dichiarazione d’indipendenza” degli storici americani, perché ha dato nascita a una scuola storiografica americana con caratteristiche autonome rispetto alla tradizione europea. Da allora, la sua idea della frontiera come principio interpretativo della storia degli Stati Uniti ha goduto di enorme fortuna. Secondo Turner la storia americana è essenzialmente la storia della colonizzazione dell’Ovest, cioè della progressiva avanzata verso nuovi spazi strappati alla natura selvaggia e conquistati alla civiltà. Turner descrive con toni epici l’individualismo, la fede nella libera competizione e nell’autogoverno, l’ottimismo e la fiducia illimitata nel futuro dei pionieri che hanno fatto l’epopea del West. La mentalità degli uomini che hanno colonizzato l’Ovest continua a vivere, come principio ispiratore dello spirito americano, anche dopo l’esaurimento delle terre libere e la chiusura della frontiera. Questo libro può dunque essere letto come la più compiuta esposizione intellettuale del “sogno americano”: l’idea, condivisa dai primi coloni europei e trasmessa alle generazioni seguenti, che in America ogni individuo, attraverso il duro lavoro, il coraggio e la determinazione, può raggiungere la prosperità economica.
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