NORMAN ANGELL – La grande illusione (1910)

La grande illusione oggi è un libro poco ricordato, ma negli anni che precedettero la prima guerra mondiale venne stampato con tirature altissime, fu tradotto il 25 lingue e vendette milioni di copie. In questo saggio il giornalista britannico Norman Angell analizzò la politica internazionale sulla base dei cambiamenti economici avventi nell’Ottocento, pervenendo a una conclusione radicalmente antimilitarista. In un mondo economicamente integrato dove tutte le nazioni sono interdipendenti, scriveva Angell, la guerra è solo una “grande illusione” che non offre più nessun beneficio ai vincitori. Egli era convinto che il capitalismo fosse incompatibile con la guerra, e difendeva il libero scambio come unica via verso la pace e la prosperità. Malgrado il successo del libro, le classi dirigenti europee non ascoltarono il suo messaggio, e nel 1914 accesero la miccia di un insensato conflitto fratricida tra i popoli europei. La catastrofe economica provocata dalla guerra non risparmiò nessun paese, confermando così la tesi di Angell, che nel 1933 vinse il premio Nobel per la pace.

'Nell'economia moderna la guerra danneggia tanto i vincitori quanto i vinti'

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